Negli ultimi anni il Prosecco ha avuto un incremento rilevante nei consumi in Italia e all’estero. La zona di produzione vede protagonista la fascia collinare che si estende da Conegliano a Valdobbiadene. Quest’area comprende ben 15 differenti comuni tra Veneto e Friuli in cui numerosi produttori nelle loro cantine danno i natali al Prosecco.
Il suo territorio si adatta benissimo alla viticoltura grazie al clima mite e ventilato, l’ottima esposizione dei vigneti e le condizioni morfologiche che non permettono ristagni durante i periodi piovosi. Il terreno di origine alluvionale, argilloso-limoso, regala le giuste sostanze aromatiche ideali per la produzione di vini spumanti.
Un microclima ideale che ospita il vitigno autoctono Glera, dai grappoli allungati e spargoli e dal sapore delicato ed elegante, ideale come base spumante. La vendemmia avviene già agli inizi di settembre. Le uve accuratamente raccolte e portate in cantina vengono diraspate, pigiate e fatte fermentare per circa 15/20 giorni ad una temperatura non superiore i 18°.
Questo processo permette di preservare gli aromi varietali. Storicamente i vecchi contadini si avvalevano della rifermentazione naturale sui lieviti in bottiglia per il Prosecco Frizzante; mentre attualmente per il Prosecco Spumante la rifermentazione avviene in autoclave a temperatura controllata secondo metodo Charmat o Martinotti (metodo italiano).
Il primo riconoscimento come Denominazione Origine Controllata del Prosecco, risale al 1969; anno in cui si costituisce anche il suo Consorzio di Tutela. La qualità e l’ immagine del Prosecco sono patrocinate dal lavoro di tutela e valorizzazione del Consorzio e dal contributo tecnico-scientifico offerto dalla ricerca della Scuola Enologica di Conegliano Veneto.
Nel disciplinare che regola la produzione si sancisce come vitigno base la Glera con un minimo dell’85%, mentre il restante 15% vitigni autoctoni quali Bianchetta, Perera, Verdiso, Chardonnay, Pinot Grigio e Pinot Nero vinificato in bianco.
Nel 2009 gli elevati standard di produzioni del Consorzio Conegliano Valdobbiadene hanno permesso di ottenere la denominazione DOCG acquisendo inoltre la dicitura Vino Prosecco Superiore. Un’emblematica caratteristica del Prosecco è la quantità di bollicine che si formano nel flute (cosiddetto perlage), l’analisi di questa sua effervescenza permette di classificarlo in tre tipologie:
- Spumante: con un intenso perlage,
- Frizzante: lieve e delicato perlage,
- Tranquillo: assenza di perlage;
un ulteriore classificazione è fatta per il residuo zuccherino
- dry: dolce, ma non da essere considerato vino da dessert;
- extradry: più morbido e con meno contenuto zuccherino del dry;
- brut: povero di zuccheri dal gusto pieno e leggermente acidulo.
A tavola il Prosecco rispecchia lo stile italiano, un vino di carattere che ha saputo conquistare vari palati in differenti occasioni. Servito soprattutto come aperitivo, nella versione brut può essere abbinato a tutto pasto. Un vino storico, fresco e versatile con elegante personalità ambasciatore