I testi di canzoni sono al centro della discussione sul Nobel per la letteratura a Bob Dylan , che sta facendo discutere da giorni e tutto questo, c’è da scommetterci, durerà ben oltre la consegna del Nobel, prevista per dicembre. Sono comunque diversi gli esponenti della critica letteraria e non che concordano con la scelta effettuata dall’Accademia di Stoccolma, la quale ha riflettuto sui testi delle canzoni di Bob Dylan ed è arrivata alla conclusione che era giusto assegnarli il Nobel per la letteratura come riconoscimento “per aver creato nuove espressioni poetiche all’interno della grande tradizione della canzone americana“, come spiegato al momento dell’annuncio. Il cantautore americano entra ancora di più nella storia della cultura, perchè è il primo esponente del mondo musicale ad aggiudicarsi un premio che, come dice la dicitura stessa, viene assegnato solitamente non a chi scrive musica, ma a chi scrive libri.
Molte sono le voci critiche per questa scelta, ma chi oggi critica l’artista americano dimentica che a farlo entrare nell’olimpo dei grandi della cultura di massa del ventesimo secolo non è stata la sua voce e nemmeno la sua capacità con gli strumenti. A renderlo una icona leggendaria è stata, aspetto oggi sempre meno importante in ambito non solo musicale, la parola. A Bob Dylan si deve una svolta epocale, perchè è stato lui che sul finire degli anni ’60 e l’inizio dei ’70 ha cambiato le regole del gioco in ambito musicale, portando alla ribalta l’importanza del testo musicale e scontrandosi con la tendenza che voleva i testi come una parte non fondamentale di una composizione musicale. Bob Dylan ha lanciato un forte messaggio al mondo, facendo capire a chiare lettere, con i propri versi messi in musica, che la poesia si può trovare anche oltre le parole scritte su un libro.
Per capire quanto si è detto basta leggere anche soltanto qualcuna delle sue canzoni, che si caratterizzano per uno stile di scrittura criptico e ricco di figure letterarie che, appunto, si è soliti trovare in un libro e non certo in un testo musicale. A lui si deve il cambio di marcia del rock, che è passato da puro genere di intrattenimento a qualcosa di più profondo. L’opinione comune è che senza Bob Dylan quasi certamente non avremmo avuto artisti come Bruce Springsteen: e già solo questo fa capire l’importanza dell’artista e dell’uomo per la scena culturale degli ultimi quarant’anni. E la sua grande influenza su chi è venuto dopo di lui la si può capire anche da come nel corso degli anni non sia mai rimasto uguale a se stesso, ma abbia sempre cercato di reinventarsi, finendo in questo modo per influenzare diversi generi musicali e tantissimi giovani di ieri e di oggi nel loro approcciarsi alla musica o anche solo semplicemente alla vita.
Bastano due esempi per capire quanto detto, due affermazioni di Bruce Springsteen e del compianto John Lennon. Quello che ad oggi è considerato il più grande rocker vivente non solo americano, ma a livello mondiale, non ha mai nascosto come il suo voler diventare una rock-star sia dovuto all’incontro con la poetica e la potenza espressiva di Bob Dylan. Springsteen racconta sempre cosa scattò nella sua mente quando ascoltò per la prima volta “Like a Rolling Stones“: fu appunto in quel momento che il giovane Bruce decise che il suo destino era quello di imbracciare una chitarra e cantare l’America profonda, quella dei reietti e delle classi non agiate. Lennon, il cui modo di scrivere fu influenzato dalla poetica di Bob Dylan già nell’ultimo periodo di attività dei Beatles, parlava del Premio Nobel per la Letteratura di quest’anno come di “colui che ci ha indicato la via”: una affermazione assai sintetica, ma in cui è racchiusa tutta l’importanza di Bob Dylan.
Il riconoscimento che l’Accademia di Stoccolma gli ha tributato può senza dubbio generare polemiche, ma non può far venire meno la consapevolezza che colui che è stato premiato è il padre del rock moderno con i suoi testi impegnati e pregni di significato. A renderlo ancora più iconico è anche il suo atteggiamento scostante e schivo nei confronti del mondo circostante, atteggiamento che non è mutato nemmeno in una occasione importante come questa, visto che dopo aver ricevuto il premio Nobel, salito sul palco per un concerto, non ne ha fatto assolutamente menzione.
Ora non resta che aspettare l’assegnazione del riconoscimento e le polemiche che inevitabilmente monteranno nuovamente: quel che alcuni critici che approvano questa scelta dell’Accademia di Stoccolma consigliano di fare è quello di provare a leggere i testi di Bob Dylan come se fossero poesia e non come se fossero il testo di una canzone: la convinzione è che alcuni tra coloro che oggi sono contrariati da questa scelta finiranno con il ricredersi.