La separazione magnetica è una delle tecniche più comuni per selezionare i metalli ferrosi da quelli non ferrosi presenti in un unico contenitore. Questi macchinari sono tra l’altro disponibili in svariate tipologie in relazione al loro obbiettivo, anche se quelli maggiormente utilizzati sono l’elettromagnetico e a induzione.
In che consiste la separazione magnetica?
La separazione magnetica è un metodo di gestione dei rifiuti metallici in cui i magneti vengono utilizzati per separare quelli ferrosi dai non ferrosi. Ciò è più comune nei flussi singoli e misti di riciclaggio, poiché i materiali vengono raccolti insieme e separati prima della lavorazione.
I sistemi di separazione magnetica furono utilizzati per la prima volta dopo la seconda guerra mondiale nei cantieri di demolizione ed erano principalmente elettromagneti, ovvero oggetti voluminosi e costosi che si basavano su una fonte di alimentazione per funzionare ed erano noti per l’eccessivo surriscaldamento.
Lo sviluppo di materiali ceramici ha reso successivamente possibile l’utilizzo di magneti permanenti per la separazione dei metalli. Alla fine degli anni ’70, il processo subì un’altra evoluzione con l’introduzione di diverse forme di separazione che divennero popolari, come quella con i magneti permanenti naturali e con l’applicazione di corrente elettrica per dar vita agli elettromagneti che hanno fatto da apripista ai più moderni e sofisticati separatori ad induzione.
Premesso ciò, va aggiunto che il campo magnetico di un separatore viene prodotto utilizzando un magnete permanente o di tipo elettromagnetico. Nel primo caso la procedura avviene tramite l’utilizzo di materiali magnetici come il neodimio, il cobalto di samario e la ferrite di ceramica tutti ideali per generare campi magnetici. I magneti al neodimio sono piuttosto rari, rappresentano quelli permanenti più potenti e vengono utilizzati per rimuovere ferro fine e persino acciaio inossidabile. Il cobalto di samario è raro anche se è leggermente più debole, resiste comunque decisamente meglio alle alte temperature. La ferrite infine rappresenta lo standard tra i metalli magnetici, ed è particolarmente adatta per progetti in cui il raggio d’azione è concentrato su una superficie situata ad una certa distanza.
I separatori elettromagnetici e il loro utilizzo
Tra i separatori magnetici prodotti da Malaman CTC i separatori magnetici a nastro sono i più comuni e vengono utilizzati per separare le impurità ferrose da qualsiasi tipo di materiale sfuso. Inoltre, si sfruttano per recuperare particelle magnetiche da scorie, rifiuti domestici o industriali e sabbia da fonderia oltre che utilizzati per proteggere frantoi, nastri trasportatori, schermi o smerigliatrici dai detriti di particelle metalliche. Questa tipologia di separatore magnetico/elettromagnetico è tra i più vantaggiosi quando sono necessari forti campi magnetici a basso consumo energetico. Questi modelli di separatori possono rimuovere efficacemente il metallo indesiderato da qualsiasi tipo di materiale non magnetico sia esso secco, fine o grossolano e convogliato su cinghie a movimento rapido che vengono utilizzate per esporre i materiali a un forte campo magnetico che è in grado di attrarre il metallo anche da una profondità considerevole. Questi magneti sono molto potenti e sono ideali per svariate applicazioni in campo industriale.
Principi di funzionamento dei separatori ad induzione
I sistemi di separazione a induzione rappresentano oggi la soluzione perfetta allo smistamento magnetico e alla separazione a correnti parassite per il recupero di metalli residui da un mix di materiali. Questa tipologia di apparecchio è particolarmente adatta per acciai inossidabili e materiali compositi come cavi o circuiti.
Inoltre, può essere utilizzato per la produzione di alcuni speciali concentrati di metallo tipo l’acciaio inossidabile oppure lo zurik ovvero un metallo non ferroso che si compone di acciaio inox, alluminio, rame, piombo, magnesio e nickel. Il sistema di separazione a induzione funziona con una cinghia di accelerazione su cui il materiale viene trasportato, e al di sotto c’è un moderno sensore induttivo in metallo che produce un campo elettromagnetico. Qualsiasi oggetto che passa attraverso l’area viene da esso rilevato con una sensibilità significativamente inferiore a 1 mm.
A margine per descrivere in modo dettagliato un separatore della tipologia a induzione, in primis va detto che il fulcro dell’apparecchio è proprio il suo rotore, peraltro molto simile a quello elettrico e che si compone di una serie di cave proporzionate alla quantità di poli. Questi ultimi in genere sono sempre di numero pari e generalmente oscillano tra 8 e 40 poli, e ogni singola cava si compone di magneti allineati alternativamente con la polarità nord/sud. Per quanto riguarda invece la cover del rotore magnetico, va aggiunto che è composta da un cilindro realizzato con materiale a conduttività zero (materiale dielettrico) e che viene trascinato dal nastro trasportatore che in genere è in PVC o gomma.
Come viene usato separatore magnetico?
Un separatore di tipo magnetico è costituito da un potente magnete che viene posizionato o sospeso a soffitto o su un dispositivo. I metalli da separare si possono far passare su un apparecchio magnetico da tavolo, mentre per rimuovere le impurità dai metalli ci sono anche i modelli di separatori magnetici della tipologia sospesa che ottimizzano il lavoro sulla superficie interessata senza contatto diretto.
I separatori magnetici possono anche essere cilindrici attraverso i quali passano gli oggetti, e rimuove tutti i vari minerali magnetici presenti in natura, nonché i trucioli e la polvere generata dalle limature sia di acciaio che di ferro. Un separatore di tipo magnetico viene spesso utilizzato per scopi industriali come ad esempio per la raccolta differenziata, il recupero di metallo dai rifiuti solidi o per la purificazione di materiali secondari che rimuovendo i metalli diventa di vitale importanza per un riciclaggio specifico ed efficace.